La psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale interpreta il disagio psichico come il risultato di uno squilibrio, che si crea nei sistemi in cui l’individuo vive le proprie relazioni significative (tipicamente il nucleo familiare in primis, la coppia poi, o la famiglia allargata).
Ogni famiglia è unica, ha una storia peculiare e specifica che permane nel tempo e che trascende i secoli che scorrono, i luoghi che cambiano e le generazioni che si susseguono. E' proprio il sistema familiare che influenza le nostre relazioni: Il nostro punto di vista su una situazione o su una persona è fortemente collegato al modo in cui abbiamo imparato a relazionarci.
È come se portassimo delle lenti con cui osserviamo il mondo: queste lenti sono l’eredità dei nostri genitori. Tuttavia, ogni realtà può essere diversa se osservata con punti di vista differenti. Perciò cambiando le lenti di questi occhiali possiamo scoprire nuove realtà! È proprio quello che si fa con la terapia: un lavoro per aiutare la persona a cambiare il suo punto di vista.
Nella terapia familiare è di fondamentale importanza al trigenerazionale, le 3 generazioni, partendo dall’alto prendiamo in considerazione i nonni, i genitori e figli o genitori, figli e nipoti, e così via, andando indietro nelle generazioni. Ognuno di noi nasce da un padre e da una madre, ma nello stesso tempo arriva da nonni paterni e nonni materni, ancora più indietro da bisnonni, trisnonni e così via. Questo processo è potenzialmente infinito: possiamo arrivare fino a generazioni di cui ignoriamo completamente l’esistenza, ma che, inevitabilmente, convivono in noi.
Non si tratta solo di DNA e genetica, ma di qualcosa di più profondo: riti, miti, regole, lutti, traumi, alleanze, segreti, eventi che portiamo dentro di noi ma di cui siamo per la maggior parte inconsapevoli.
L’eredità che ognuno di noi si porta dietro, ci arriva proprio da questo trigenerazionale. Se potessimo rappresentarla con un oggetto, probabilmente uno “zaino” sarebbe l’immagine migliore. Lo zaino è la metafora del contenitore che ci portiamo sulle spalle, pieno di strumenti utili, ma a volte allo stesso tempo anche pesanti ed ingombranti.
Murray Bowen sosteneva che per risolvere un problema nel "qui e ora", bisogna andare "lì e prima". Tornare indietro non ha solo un effetto riconciliatore tra una generazione l'altra, ma permette a chi lo sperimenta di andare avanti nei propri rapporti più significativi con una diversa e più matura realizzazione del proprio sé.